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Come misurare la redditività energetica delle
differenti fonti, come confrontarne le potenzialità?
Ci possono
essere differenze di vedute su quando il petrolio si esaurirà o diverrà troppo
costoso da estrarre, ma non ci sono dubbi che prima o poi quel momento arriverà.
Come potremo soddisfare allora la domanda mondiale di energia non più coperta
dai derivati del petrolio?
I cittadini e i loro rappresentanti
politici, mai come oggi, hanno bisogno di qualche certezza, se non altro per
capire come orientare i finanziamenti alla ricerca scientifica e
gli investimenti infrastrutturali.
Un nuovo approccio prova a fornirlo l'EROEI.
Letteralmente, EROEI significa "Energy returned on energy invested".
Si
tratta di un sistema che ambisce a misurare la redditività delle diverse fonti
energetiche, analizzando quanta energia occorre investire per produrre
energia da
una fonte determinata.
Il fattore EROEI è ottenuto dividendo l'energia ottenuta per l'energia investita (in realtà l'equazione è leggermente più elaborata): se è maggiore di 1 si ha un guadagno, se è inferiore ad 1 si registra una perdita.
Il sistema prende in considerazione tutte le fasi del processo produttivo (realizzazione delle installazioni, estrazione o accumulo, trasformazione, trasporto, manutenzione, eventuale smantellamento, ecc).
Il calcolo è estremamente complesso e la bontà del
risultato rischia di essere pregiudicata dalla scarsità o dall'erroneità delle
informazioni di base, spesso messe a disposizione da soggetti terzi, magari
interessati a risultati favorevoli al loro campo di attività. Tutti rischi ben
noti alla maggior parte dei ricercatori che si avventurano in questo tipo di
calcoli, analisi e confronti.
Indispensabile è allora collezionare la
massima quantità possibile di dati e magari esporre i diversi risultati
indicando per ogni voce valori minimi e massimi, e non un unico
e preciso valore.
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